Domenica, primo pomeriggio
E' strano vivere certi momenti.
Nella vita di ognuno di noi ci sono attimi in cui vediamo e percepiamo tutto con particolare distacco, ci "tiriamo indietro" a guardare e sentire tutto quello che ci circonda quello che compone la nostra vita quotidiana, il fluire del nostro tempo.
Io vivo una condizione mai provata prima: da mesi oramai mi son "tirato indietro". Ne sentivo fortemente il bisogno, come quando vivi nel disordine più assoluto e ad un certo punto te ne senti soffocare e ti fermi e decidi di mettere le cose al loro posto.
La mia piccola e normale vita è andata a rotoli in poco più di trent'anni oramai qualche volta, ed ogni volta ho pensato "ok, non ce la farò a sopravvivere a questo". Poi il mare di merda che si era abbattuto con violenza si ritirava ed io sbigottito da mille diversi strazi lo ero ancora di più per essere sempre lì. Ferito, dolorante ma "vivo".
Stavolta niente di tutto questo è accaduto. Mi sono reso conto di quanto vivessi nella menzogna, di quanto mi raccontassi tutti i giorni un sacco di fregnacce, di quante ne spacciavo in giro e quante me ne mangiavo, servite dagli altri.
Ne sono rimasto alla fine sdegnato.
Questo processo NON ha niente a che vedere con l'analisi dei difetti, l'auto-critica.
Ne sono immune. I miei difetti in quanto miei son "perfetti" e vanno quindi tutti bene così.
Sono e resto una spocchiosa testa di cazzo. Il punto è un altro.
Non tollero più, non riesco più a tollerare l'ipocrisia, la superficialità e la banalizzazione nei rapporti tra amici e/o conoscenti. Non voglio trattenermi da fare un complimento o una critica per paura di offendere, scandalizzare o chissà cos'altro coloro che meglio di tutti gli altri dovrebbero conoscermi bene. Basta.
Sono io con tutto il mio ingombrante bagaglio. Che piaccia o meno adesso non mi preoccupa più.
9 commenti:
ma la smetti di dire cazzate?
perchè non ti attacchi ad una bottiglia di LAGAVULIN?
così belli e briachi tutti e due (io di tocai bianco, ricordi?) si fanno due considerazioni su come la vita non ti abbia insegnato poi molto, brutta spocchiosa testina di c...
;)
però, prima del Lagavulin, leggiti da sobrio questa poesia...
so per certo che ti piacerà e che capirai il messaggio che nasconde.
ITACA
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, non certo
nè nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente, e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta, più profumi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara un quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato un bel viggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi poveva, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
K. Kavafis
Posso essere d'accordo o no. Ma da una che 'gioca a scacchi' con le persone non mi aspetto di meglio di una patetica invettiva.
Perchè dici che la vita non mi ha insegnato poi molto?
Cosa ne sai?
intuisco...
posso allora assicurarti che almeno in questo caso specifico intuisci male ;-)
Non sono mai stato pacifico quanto in questo periodo
Non c'è niente di sbagliato nel fatto di sentirsi libero di esprimere ciò che pensi, nel bene o nel male. Anzi, essere diretti e sinceri, senza un briciolo di ipocrisia è una gran cosa. Però tieni conto che così facendo ti esponi al rischio di offendere, ferire, o essere frainteso, sia che tu lusinghi, sia che tu critichi. So che lo hai messo in conto e te ne freghi. Quello che però secondo me devi anche cosiderare è che non necessariamente chi non apprezza la tua schiettezza o non riesce a fare altrettanto "banalizza" i rapporti o è "superficiale". Il fatto che qualcuno ti conosca bene e provi affetto per te non gli impone di comprenderti in ogni occasione. Né la tua rinnovata autoconsapevolezza ti esime completamente dal tenere nella giusta attenzione ai sentimenti degli altri. In tutto questo tu sai che io la penso come te: i difetti di ciascuno sono preziosi e chi ti vuole bene in una certa misura deve accettarti così come sei. Solo che non sempre il silenzio, il tatto, l'empatia fanno rima con l'ipocrisia e la banalità.
Ma la mia posizione non si contrappone a chi usa tatto, empatia e silenzio. Io stesso ne ho fatto ampio uso tanto da sembrare per qualcuno, in certi momenti, fin troppo accondiscendente. Quando non lo ero affatto.
E nonostante questo atteggiamento "morbido" e civile sono stato spesso frainteso e altrettanto spesso ho fatto del male a persone a cui non avrei mai voluto.
Io semplicemente voglio e sono libero di dirti quello che penso ed agire come voglio (nei limiti della mia ed altrui libertà che non è infinita).
Adesso penso semplicemente che preferisco che le persone che mi stanno attorno e con cui mi relaziono percepiscano che sono diretto, senza tanti fronzoli. Come sono sempre voluto essere...
Il compromesso è un ottimo strumento ma NON può essere il mio stile di vita.
Da me un amico avrà sempre la verità anche quando è scomoda, controproducente, avversa.
via mi aggrego a questo simpatico 'forum'...
Non ho mai apprezzato il 'non dire la verita`', anche a fin di bene, e anche io ho attraversato la mia fase di assoluta esigenza di schiettezza. In particolare tollero veramente male le 'partite a scacchi fra persone' (vero Domina Signorum?). Ancora naturalmente penso che queste cose siano di primaria importanza, solo che l'eta` oramai imperversante mi fa guardare tutto cio` con minor fondamentalismo, per cui faccio 'esercizio di verita`' quando reputo che ne valga la pena davvero, e non come stile di vita o come bandiera. Dopo anni di retorica del 'lasciare liberi i propri sentimenti' mi sono stancato e come stile di vita preferisco il 'self control'. Sara` anche demode`, ma mi rendo conto che tollero poco l'ipocrisia, ma non tollero per niente gli scatti di nervi.
Penso che sia vero che si rischia di offendere ad essere diretti. Ma penso anche che se si parla con calma, persone intelligenti siano in grado di farsi piovere addosso critiche su critiche senza battere ciglio e incassando colpo su colpo sapendo che se una persona dice qualcosa di anche molto scomodo non lo fa per cattiveria. Restare calmi e discutere nel merito della questione per restituire giustizia agli argomenti di discussione e` per me il fondamento di questo 'self control'.
E` vero Anais, non c'e` scritto da nessuna parte che una persona che ci vuole bene debba anche capirci per forza e debba essere in grado di fare come noi. Penso pero` che una persona che mi vuole bene e che io reputo in grado di capire, di avere autoconsapevolezza almeno al mio livello (che molto immodestamente non giudico basso) debba almeno concendermi il beneficio del dubbio. E sulla base di questo, con molta calma, deve essere disposta a parlare, salvo poi non darmi ragione.
Quando parlo con te, con il buon vecchio Tulkas o con la nostra Signora dei Segni, posso essere anche ironico, tagliente, sarcastico, volgare, oppure gentile, aulico (posto che mi riesca). Posso essere verbalmente violento, posso cercare di spaventarti, di suscitare emozioni negative. In fondo quante opere d'arte sono costruite per suscitare reazioni anche violente? E non sei tu, Anais, ad insegnarmi che 'Opera d'arte è una foglia caduta, il testo o la musica di una canzone, il miagolio del gatto sotto la mia finestra o il calore della tazza di thé tra le mie mani, l'aria gelida caduta su Firenze il giorno del ricordo dell'alluvione, il profumo della pizza ed una borsa di Gucci.', perche` non potrebbero esserlo le mie minacce, le mie grida, le mie parole barbariche e gutturali indirizzate a fin di bene? Forse stona un po` con il concetto di 'self control', eppure le mie dita che stringolo il manico dell'ascia potrebbero farlo con calma e ponderazione, piu` di quanto potrebbe sembrare a prima vista. Semplicemente potrei, a torto o a ragione, reputare cio` 'giusto', e in questa fase l'indagine del giusto e del vero mi sembrano tanto piu` preziose quanto piu` la comunicazione fra le persone e` difficile e le acque di questa nostra societa` tendono a confondersi, intorbidirsi.
Comunque io non sono un vampiro e non vi voglio mangiare: voglio solo discutere. A qualcuno faccio paura lo stesso? Sara` per la mia faccia di dubbio gusto... anche Socrate era famoso per la sua bruttezza, ma danni ad Atene ne fece molti di piu` Alcibiade e questo non mi stupisce: nella mia vita ho imparato a temere di piu` i belli.
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