24 ottobre 2006

Uomini espressivi: con e senza cappello


La frase apparentemente "impietosa" riportata nel post precedente e nel titolo del presente fu coniata da Sergio Leone in risposta ad una domanda a lui rivolta su cosa pensasse delle capacità interpretative del "suo" Clint Eastwood.
Tale epiteto crudele è quanto di più virilmente affettuoso si possa immaginare tra un regista e la "sua creatura" come era appunto Clint per Leone. O come del resto fu il mai abbastanza compianto John Wayne per l'immenso John Ford.

Digressione:
Per rispondere indirettamente ad una lettrice (ex?) di questo blog mi permetto di dire che una storia, scritta per qualsiasi mezzo espressivo, è fatta di personaggi che esistono al di là di chi li interpreta. Nel caso del teatro prima e del cinema poi l'attore ed il regista (autore) danno vita al personaggio e ne possono esaltare o mortificare le peculiarità.
E non importa affatto che il suddetto attore sia un mostro di bravura interpretativa, capace di ingrassare invecchiare cambiare accento fare lettera e testamento.
Deve altresì interpretare al meglio QUEL carattere in QUEL momento con la direzione appunto del regista che resta il fautore della storia. Può (ed in alcuni casi DEVE) possedere due sole espressioni: con e senza cappello.

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