18 ottobre 2006

Domande

Cosa vuol dire oggi per te essere felice? Avere una serena quotidianità? Intrecciare relazioni amorose? Trarre godimento dal sesso? O dal cibo? O dal proprio successo lavorativo? Dalla amicizia di persone a te care?

Cosa ti rende davvero felice? Quanto sei disposto a combattere per ottenere la tua felicità?

E quanto ti spaventa essere felice? Quanto tempo, quanta forza e quanto impegno metti per raggiungere la tua felicità?

Io credo che oggi si viva narcotizzati dentro bozzoli di frastornanti slogan e rutilanti marchi di moda, privi di quel briciolo di lucidità necessaria per farci intuire la nostra misera condizione: viviamo nel terrore che qualcuno o qualcosa ci possa ferire, consci soprattutto della nostra vulnerabilità. Incapaci di sondare con coraggio i nostri limiti, quelli più profondi, ed ammirare con orgoglio i nostri pregi, senza inutili modestie...

Quanti di noi sono in grado di afferrare la propria vita, sentirla scorrere tra le nostre dita e tendere i nostri muscoli? Quanti di noi sono capaci di chinarsi ed abbeverarsi a questa splendida fonte d'acqua pura?

Nessuno. Meglio servirsi del distributore automatico in corridoio, così scambiamo due chiacchiere con un collega, un perfetto sconosciuto, o al massimo, ci possiamo servire della bottiglietta di acqua minerale portata da casa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

troppe metafore per i miei gusti (uno dei tuoi difetti storici)

L'uomo del Caffè ha detto...

e allora?

della sostanza non hai da dire niente?

Anonimo ha detto...

quasi niente proprio perche` le metafore mi disorientano: se una cosa e` scritta cosi` bene da sembrare una perla di saggezza, finisci per non poterla contraddire a prescindere dal fatto che tu ci abbia capito qualcosa oppure no... e francamente non ci ho capito granche`

su cosa sia la felicita`, beh, scusami il problemino da nulla! miliardi di esseri umani ci si interrogano ogni giorno (credo)

la mia risposta, che non puo` valere che soltanto per me, dopo anni di meditazione e`: "Avere una serena quotidianità"

poi ci scanniamo su cosa serva per averla

infine, non nego che anche altre cose possano dare felicita` e momenti di esaltazione (per esempio: fare il dittatore potrebbe essere esaltante)

Anonimo ha detto...

Io invece sono una grande sostenitrice delle metafore. Rendono la realtà e la concretezza dei concetti più "sentita" e più facile da percepire.
Cosa sia la felicità è difficile da dire. Per me non può essere altro che uno stato di grazia momentanea, legata a semplici o grandi cose, ma sempre e comunque passeggera. La sensazione di "stare bene" che ti accompagan per lunghi periodi io la chiamo serenità, non felicità.
E sono totalmente d'accordo sul fatto che la felicità spaventa, e molto e spesso non si lotta abbastanza per averne un pezzettino. Ci si aspetta di vederla piovere dal cielo, di incontrarla casualmente sul nostro cammino, di svegliarsi un bel mattino e trovarla lì, a darci il buongiorno. Ma non è così facile. E' vero che la felicità più grande è quella che non ti aspetti, ma è altrettando bella quella per cui ha lottato, che è piena di aspettative e speranze celate. Sai qual è il problema per me? Che quello che mi può rendere felicissima oggi mi sarà quasi certamente indifferente domani..ma questa è un'altra storia!