23 giugno 2007

Dal blog un'idea costruttiva per il defunto cinema italiano

First Draft è un bel blog. Un bel blog italiano. E secondo me è bello perchè ci sono delle idee propositive ed interessanti.
Questa parla di cinema e la scrive Massimo Benvegnù:

"Mentre a Cannes vinceva un film rumeno low-budget, e Quentin Tarantino sparava a zero sulla situazione attuale del cinema italiano, Rutelli ha iniziato a prendere in mano la riforma delle strutture cinematografiche statali, partendo giustamente dal calderone di Cinecittà. Ma di cosa avrebbe bisogno l’Italia per rinnovare veramente la sua immagine a livello mondiale sul piano della produzione audiovisiva? Come fare a trovare nuove voci che sappiano raccontare la nostra Terra, forgiare i nuovi registi del Made in Italy?

La proposta, che ha un pò il gusto della provocazione, è la seguente: al posto di abolire il FUS (Fondo Unico dello Spettacolo) che tanto viene bistrattato politicamente, basterebbe riconvertire l’utilizzo di una piccola parte delle sue uscite. Prendiamo una cifra simbolica: un milione di Euro. Al posto di stanziarlo per l’opera di qualche autore già blasonato, diamolo, a fondo perduto, a cinquanta progetti di giovani filmmakers e videomakers incaricati di girare un cortometraggio che racconti il loro territorio, la loro regione. 20.000 Euro per un cortometraggio girato in digitale sono una buona cifra, e con l’aiuto delle Film Commissions regionali ci si può aspettare assolutamente una confezione dignitosa e professionale. In compenso, 20.000 Euro è anche una cifra modesta, quindi non appetibilie per tutti quei ‘cinematografari’ che, muniti di scartoffie e leguleii compiacenti, partono all’arrembaggio del soldo pubblico per tenere in piedi il loro status economico. Quindi, nella migliore delle ipotesi, i soldi andrebbero veramente a giovani registi, perlopiù esordienti, interessati a raccontare storie (fiction e documentari), sparsi equamente lungo lo stivale. E non sarà possibile che grazie a questi corti (visibili e votabili su Internet, messi in un DVD, in heavy rotation su RaiSat, etc.), tra questi 50 cineasti in erba ci accorgeremo di avere qualche nuovo autore capace di raccontare non solo il presente, ma anche il futuro dell’Italia?

PS. 20.000 o anche meno… magari non per cinquanta, ma per un paio la cifra potrebbe uscire fuori anche da qualche industriale interessato ad investire sul territorio, no? Pensate al ritorno d’immagine di aver scoperto un futuro grande regista, per non parlare del suo utilizzo diretto per raccontare la propria azienda al Mondo, senza andare a chiamare il solito regista trendy di New York o Londra. Anche questo potrebbe aiutare al rilancio della narrazione (del) Made in Italy."

UPDATE: dall'interessante scambio di opinioni sul blog originale è saltato fuori questo esempio di film "indipendente" italiano, dategli un'occhiata, via.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

credo che il problema sia molto complesso e andrebbe conosciuto dall'interno a fondo prima di pronunciarsi, tuttavia questa idea mi pare del tutto campata in aria...

il problema e` che non c'e` un mercato per il cinema a basso costo, per i documentari etc... non dico che sia impossibile crearlo (ma la vedo molto difficile) ma se prima non lo si crea si va da poche parti, resta la solita sovvenzione statale per un qualche cosa che nessuno vedra` mai

Anonimo ha detto...

Anche a me questa idea non convince molto. Si rischia di produrre cinquana cortometraggi che andranno a prendere polvere da qualche parte.

Se si vuole aiutare il cinema italiano non bisogna aiutare la produzione, ma semmai la distribuzione. Aiutare, insomma, il cinema italiano a raggiungere il mercato, ma poi li se la deve vedere da solo e deve camminare sulle proprie gambe. E poi la famosa eccezione culturale francese.

L'uomo del Caffè ha detto...

Ragazzi, "un ci s'intende" ! :-)

Son d'accordo David che la distribuzione, una distribuzione un po' virtuosa sarebbe fondamentale.
Su questo non si discute. Ma non se ne parla nemmeno nella proposta in quanto si accenna a distribuzioni "alternative": satellite (RaiSat) ed internet.
Sono canali di nicchia ma a mio avviso già maturi e sufficienti per far spazio e pubblicità a nuovi autori.

Ripeto, l'idea non serve a risollevare il cinema ma anzi è una piccola, piccola proposta concreta per setacciare il paese in cerca di autori che abbiano poi una visibilità. Ed ovviamente un riscontro.

Anonimo ha detto...

@ciecodicolono La distribuzione è fondamentale, ma questo non significa che sia in contraddizione con la possibilità di promuovere giovani talenti. Entrambi le aree sono importanti. Bisognerà pure cominciare da qualche parte

@ David Ovviamente non c'è nessuna garanzia sulla qualità dei corti realizzati. Il cinema è uno dei settori a maggior rischio, nemmeno le major la imbroccano sempre. Per quanto mi riguarda l'aspetto chiave è offrie una possibilità a qualche giovane, essendo assolutamente consapevole che se i film realizzati non dovessero piacere non è un dramma.

L'uomo del Caffè ha detto...

@marco: sottoscrivo

Anonimo ha detto...

io capisco tutto ma credete veramente che i soldi che tira fuori lo stato vadano soltanto ad ingrassare i soliti baroni? di questa questione ne parlavano l'altra in una nota trasmissione... a parte che i soldi che lo stato tira fuori gia` ora vanno praticamente a fondo perduto, ma tantissima della produzione che e` stata fatta negli ultimi 10 anni non e` mai stata vista DA NESSUNO, e si parla di spese per lo stato nell'ordine di migliaia di miliardi, con produzioni che in qualche caso hanno visto coinvolti anche attori e registi famosi... se questa gente non ha trovato nessuno che distribuisse secondo voi qualcuno distribuira` cortometraggi di emergenti?

si parla di nuove tecniche di distribuzione (a basso costo)... sarei ben contento di vedere qualcosa di diverso in qualche canale televisivo (o internet) rispetto ai soliti irreality (che non guardo) e video di studentelli che pisciano sul registro di classe (che non guardo!!!) ma penso che una cosa del genere si possa iniziare a provare a fare gia` con il materiale attualmente esistente...

a me sembra che il problema piu` grosso in realta` sia culturale: l'italiano medio non guarda piu` cinema italiano, va al cinema per spengere il cervello un paio d'ore, non come faceva 50 anni fa in cui il cinema era uno dei principali mezzi di comunicazione di massa, e quindi ci si andava quasi per abitudine ad andarci e guardare un po` tutto quello che c'era

oggi lo spettatore si aspetta mega produzioni, forse un giorno si stanchera`, ma non vedo come dei cortometraggi a basso costo possano invertire la tendenza, mi dispiace